alimentazione delle vacche

Tecnica di somministrazione degli alimenti

Un altro aspetto estremante interessante è quello relativo alla tecnica di somministrazione degli alimenti. Con una produzione di latte bassa (15-20 Kg/gg) il problema dell’integrazione energetica della razione è di poco conto.

La razione è costituita da foraggi con un minimo apporto di concentrati.

La necessità di somministrare quantità più elevante di concentrati per soddisfare gli aumentati fabbisogni di ogni bovina ha fatto sviluppare una serie di tecnologie.

La prima tecnologia utilizzata è stata la somministrazione di concentrati in sala di mungitura che permetteva un’esatta integrazione energetica individuale in rapporto ai fabbisogni di produzione.

Tuttavia l’ingestione di grandi quantità di mangimi 3-5 kg in pochi minuti, oltre a distrarre la bovina con conseguenti difficoltà nell’operazione di mungitura, crea della fermentazione ruminali.

La razione, Oltre ad a portare i principi nutritivi necessaria a coprire i fabbisogni dell’animale Deve anche garantire la massima efficienza del rumine con un afflusso regolare e uniforme I vari principi nutritivi fermentescibili.

In pratica si tratta di evitare l’apporto massiccio di alcuni principi alimentari (l’amido dei mangimi) che possono indurre fermentazioni anormale.

A causa dell’elevato costo d’impianto di risultati poco soddisfacenti la somministrazione di mancini in sala di mungitura è stata abbandonata.

Attualmente le tecniche più utilizzate sono: l’uso degli auto-alimentatori e le tecniche dell’unifeed che in maniera differente riescono a coprire i fabbisogni e a soddisfare le esigenze della modularità delle fermentazioni ruminali.

Autoalimentatori

Lo sviluppo dell’elettronica e dell’informatica ha ammesso a disposizione delle aziende zootecniche un sistema computerizzato che rende possibile personalizzare l’alimentazione delle vacche da latte.

Il sistema è costituito da una centralina computerizzata, da punti di distribuzione gli alimenti (concentrati e foraggi pellettati) e da collari dotati di microchip per il riconoscimento di ogni animale.

L’allevatore stabilisce la quantità di ogni alimento che ogni vacca può mangiare nel corso della giornata; quando la bovina si presenta ho un punto di distribuzione viene identificata e vicina una dose generalmente dai 200 ai 500 grammi; la vacca può fare richiesta a intervalli di tempo previsti fino a quando consumata la quantità stabilità dall’allevatore dopodiché la macchina rifiuto inferiori somministrazione.

Le reazioni possono essere aggiornate automaticamente in rapporto ai fabbisogni e si può effettuare un controllo dei consumi effettivi, permettendo di sapere, quali vacche non abbiano inserito la reazione prefissata e fa così opportuni interventi.

Il sistema estremamente valido in quanto permette la copertura individuale dei fabbisogni, mentre la somministrazione di piccole quantità i concentrati garantisce buon andamento delle documentazioni luminari.

Unifeed o Piatto unico

Consiste nella somministrazione unica contemporaneamente di tutti i componenti della razione che vengono opportunamente miscelati con appositi carri miscelatori e dosatori.

In Italia quando si parla di unifeed ci si riferisce generalmente a un sistema attuabile in aziende che abbiano a disposizione silomais; tuttavia si è dimostrata la possibilità di preparare reazioni anche a base di foraggi essiccati quali fieni, paglie o insilati di altre foraggere.

Se si impiega l’unifeed il calcolo della razione si basa sulla concentrazione e non sugli apporti nutritivi.

I vantaggi del unifeed sono :

1) Aumento della produzione di latte (più del 5-8%),

2) Aumento delle ingestione volontaria (fino al 10%),

3) Miglioramento dell’utilizzazione della razione (4-5%),

4) Maggiore persistenza della curva di lattazione,

5) Riduzione di forme morbose da causa alimentari (acetonemia, acidosi, malattie podali, mastite e infertilità),

6) Riduzione dei costi di produzione per KG di latte,

7) Miglioramento della qualità del latte.

Tra i miglioramenti ottenibili con questo sistema possiamo ricordare: l’aumento nella capacità di gestione di sostanza secca che è legato anche alla possibilità di ridurre il tenore minimo di fibra ( 20 – 17,5 %) con conseguente aumento della concentrazione della razione, minore stress che gli animali subiscono rispetto a quelli che ricevono i concentrati in mangiatoia due volte al giorno.

La necessità di controllare la quantità di alimenti inseriti è più importante nella seconda fase della lattazione, quando si ha una tendenza alla lipogenesi ; la riduzione dei fabbisogni in questa fase permette infatti una riduzione di concentrazione della razione attraverso l’aumento della fibra.

Tecnica di somministrazione degli alimenti