Introduzione
L’articolo ha lo scopo di raccontare l’evoluzione della gabbietta dello spumante e della sua tecnica d’applicazione.
Storia
La gabbietta ferma tappi odierna è stata inventata circa 180 anni fa. La domanda è, prima di questa invenzione, come veniva imbottigliato e tappato lo spumante?
Per rispondere a questa domanda bisogna tornare indietro nel tempo, all’epoca del Monaco Benedettino Pierre Pérignon conosciuto come Don Pérignon.
Don Pérignon ha importato e migliorato la tecnica enologica della rifermentazione in bottiglia, essenziale per realizzare lo champagne. Inoltre, Dom Pérignon era responsabile dei vigneti nel monastero di Hautvillers nella regione odierna di produzione dello Champagne. Ha anche selezionato i vigneti adatti per realizzare lo champagne. Il monaco rivoluzionò anche il modo in cui si tappavano le bottiglie utilizzando per primo i tappi in sughero.
Infatti il famoso marchio di champagne Dom Pérignon prende il nome dal monaco che lo ha creato.
Vini Legati con lo Spago – Prosecco
Le prime bottiglie legate con lo spago
Inizialmente le bottiglie di vino spumante erano tappate con dei cavicchi di legno coperti di stoppa imbevuta d’olio e poi sigillati con cera. Questo metodo, aveva molte lacune, perché non riusciva a trattenere la pressione del gas ed impedire lo scoppio della bottiglia. Al tempo le bottiglie non erano spesse come le nostre odierne quindi scoppiavano con molta facilità.
La seconda generazione
Dom Pérignon ebbe l’idea di utilizzare i tappi di sughero, il tappo veniva legato con uno spago di canapa in modo da contenere la pressione. La legatura dei tappi era un’operazione manuale molto faticosa. La bottiglia inizialmente era tenuta ferma tra le gambe e poi legata.
Successivamente fu inventato un secchiello dove veniva messa la bottiglia tenendola più comodamente in mezzo alle gambe. Per legare meglio e non di rovinarsi le mani l’operatore impiegava un trefolo per tirare la cordicella e stringere i nodi e successivamente tagliava la corda in eccesso con un coltello chiamato lancia.
La terza generazione
Nel 1855 Nicaise Petitjean brevettò una macchina per la legatura con la cordicella. La macchina prese il nome di cavallo di legno, l’apparecchio non solo migliorò il lavoro rendendolo agevole e inoltre il fissaggio del tappo era migliore.
Grazie a questa macchina un addetto poteva legare fino a 1000 bottiglie al giorno in 10 ore.
Fase intermedia la gabbietta è fatta sia di spago che di filo di ferro
Per garantire una maggiore tenuta del tappo, venivano effettuati successivamente due nodi che consentivano di incrociare due volte la cordicella. Anche con queste ulteriori legature la tenuta del tappo era ancora precaria.
Infatti alcuni produttori completavano la legatura con 1 o 2 fili di ferro attorcigliati. Il fissaggio del filo era effettuato con una pinza cesoia.
Per aprire le bottiglie e rimuovere il filo di ferro è necessaria una pinza o un gancio. Per non scoraggiare l’acquisto delle bottiglie, i rivenditori regalavano questi attrezzi ai loro clienti per aprire lo champagne.
Il sistema della legatura con il ferro migliorò eliminando la pinza scomoda che procurava anche delle ferite agli operatori. Si appose, poi sul collo della bottiglia un piombino sul quale era incisa la parola champagne o il nome del negoziante.
La gabbietta ferma tappi in metallo
Nel 1844 Adolphe Jacqueson un produttore di champagne brevettò l’invenzione della capsula e della gabbietta realizzata tutto in filo di ferro.
L’invenzione risolse il problema fondamentale e cioè la fuoriuscita del tappo di sughero dovuta sia alla pressione del gas contenuto all’interno della bottiglia e sia al fatto che lo spago con il passare del tempo tagliava il sughero e penetrava nel tappo, inoltre lo spago si ammuffiva e il tappo saltava dalle bottiglie.
Seconda fase meccanizzazione delle operazioni
Una delle prime macchine per inserire le gabbiette si chiamava la rapida e consentì di ridurre i tempi tecnici di tappaggio delle bottiglie.
Le prime gabbiette venivano realizzate in modo semplice a tre o quattro braccia con un piccolo foro al centro. queste venivano inizialmente riposte sul tappo perché le capsule non esistevano ancora. Le capsule, evitavano che la gabbietta tagliasse il tappo di sughero, vennero prodotte prima in stagno e poi in ferro bianco. Queste venivano personalizzate con il nome del produttore. Le capsule più antiche presentano delle incisioni nei punti d’intersezione con la gabbietta molto marcate e per questo prendono il nome di capsule ritagliate.
Successivamente queste incisioni diventano più lievi e meno profonde (capsule intagliate). Oggi le capsule sono diventate quasi lisce perché l’industria le produce perfette per incastrarsi sul tappo e sulla gabbietta.
Inoltre, ogni incisore inseriva un segno di riconoscimento sulle capsule che produceva. I segni che indicavano il produttore erano il punto, la stella a 5 punte, la stella a 4 punte, aste croci e rombi.
La macchina ideata da Bruno Getto d’Ivrea per la realizzazione di gabbiette ferma tappi in metallo produceva 10 gabbiette al minuto. Le odierne producono 120 gabbiette al minuto.
Come si stappa correttamente una bottiglia di spumante
Si procede all’apertura rimuovendo la capsula con l’ausilio della linguetta e successivamente tenendo il tappo ben saldo con una mano, in modo da evitare che si stappi da solo. Successivamente si rimuove la gabbietta e si fa fuoriuscire il tappo lentamente senza far fuoriuscire il vino. La bottiglia deve essere fredda perché si riduce la pressione interna dello spumante evitando che scoppi.
Lo spumante per essere degustato in maniera corretta deve essere servito a basse temperature.
Una volta aperta la bottiglia non si possono conservare a lungo massimo per 2 giorni in frigo, ovviamente con il tappo.
Da ricordare che la pressione interna delle bottiglie di vino frizzante varia dai 2,5 ai 4 bar nei vini spumanti e superiore a 6,5 bar. Bisogna fare attenzione perché ad non essere colpiti da una bottiglia che esplode è quasi come essere colpiti da con una balestra.
I tappi in sughero consentono la micro-ossigenazione, che permette al vino d’ottenere una buona struttura rendendoli adatti all’invecchiamento. Il tappo in sughero è impiegato nei vini di qualità. La micro-ossigenazione non avviene se la bottiglia è coricata, perché il vino fa da barriera idraulica ed impedisce lo scambio di gas dall’esterno verso l’interno.
Conclusioni
Oggi esistono delle cantine produttrici di vini frizzanti, di spumanti e champagne che non utilizzano le gabbiette ferma tappi di ferro ma utilizzano ancora la legatura con lo spago. La suddetta tecnica di cantina conferisce al vino il sapore del passato che oggi giorno è scomparso. I vini legati sono pregiati dato gli elevati costi delle operazioni manuale di legatura e non hanno alcun tipo di concorrenza sul mercato.
Non vi lascio a bocca asciutta perché vi suggerisco dove poterli acquistare.
Vi saluto al prossimo e vi aspetto al articolo.
Prosit, Cin Cin e Alla Salute
(La Gabbietta Ferma Tappi e la sua Evoluzione)
In collaborazione con il Blog STUDIO COMMERCIALE E LEGALE – COMMERCIALISTA CONSULENTE