I VINI DEL SACRO ROMANO IMPERO E DEL SANNIO

Il vino è la bevanda più utilizzata nel mondo romano antico.

Un bene di prima necessita, non solo utilizzata  nella conservazione dei prodotti alimentari ma quotidianamente.

Le pratiche colturali ed enologiche nel Medioevo

I vigneti venivano piantati scavando solchi profondi con l’aratro ed utilizzando tralci dell’anno prima, oppure barbatelle.

La delimitazione e la recinzione dei terreni vitati allo scopo di proteggerli dagli animali o dai ladri, favorì le coltivazioni non troppo estese, con rese importanti e di qualità.

La vigne divennero più produttive e le viti erano potate e crescevano come piccoli alberelli.

Il vignaiolo divenne sempre più uno specialista, imparando le diverse fasi cruciali della viticoltura, quali l’impianto, la potatura, l’installazione di sostegni, la zappatura e la torcitura.

Evoluzione Enologica

Fu sotto Carlo Magno, nell’Alto Medioevo, che con l’emanazione dell’importante Capitulare de Villis che il mondo del vino fu per la prima volta disciplinato e vennero introdotte le prime regole per la vinificazione, che prevedevano ad esempio la pulizia dei vasi vinari e  la torchiatura dell’uva (che fino a quel momento si era sempre pigiata coi piedi).

L’uva continuava a essere pigiata con i piedi dal popolo. Ma le grandi tenute dei nobili e della chiesa disponevano di torchi per estrarre il mosto rimasto nelle vinacce. Ottenendo un vino più ricco di tannini e di colore, che consentiva un più lungo invecchiamento, pur rendendolo meno adatto al pronto consumo.

Conservazione del Vino

In genere il vino veniva conservato assieme alle fecce (cellule morte di lieviti). Per cui nel periodo primaverile la maggior parte dei vini cominciava ad alterarsi e il loro prezzo si abbassava. Si cercava pertanto di vendere i vini il più presto possibile per spuntare prezzi migliori.

Il problema della conservazione del vino sorse nel 1200, quando le anfore sigillate furono sostituite dalle botti di legno e si prolungò fino al XVII secolo.

Ossia fino all’arrivo delle bottigliedi vetro, ma soprattutto dei tappi di sughero, che sostituirono quelli di legno avvolti nella stoppa.

Il vino dell’epoca dell’Alto Medioevo era di basso grado alcolico, spesso allungato con acqua o con mosto cotto e aromatizzato con  spezie, frutta e altro ancora.

Le basi per la viticoltura attuale

Nel Basso Medioevo, tra gli anni 1200 e 1300, si era in piena età comunale durante la quale le città fiorivano grazie al commercio. Il vino fece il primo vero salto di qualità con l’introduzione della selezione dei vitigni e dei processi di vinificazione. Separando le uve bianche e rosse, della vinificazione delle uve appassite e della durata della macerazione dei mosti sulle vinacce.

Di fatto vennero poste le prime basi per quella che oggi è l’Enologia. Il vino, infatti, era sempre più soggetto a regole precise e sottoposto a un trattamento controllato nelle sue diverse fasi di produzione.

Un fatto curioso è che la bottiglia e i bicchieri di vetro apparirono solo in età moderna. Mentre per tutto il Medioevo il vino veniva bevuto in coppe di metallo o di legno.

L’influenza Longobarda sul VINO

La viticoltura cominciò a decadere dopo il trasferimento della capitale da Roma a Bisanzio, a seguito delle invasioni barbariche del 400-500 d.C., che portarono all’abbandono della campagne ed anche della coltura della vite.

Durante il regno dei Longobardi, fino all’800, la viticoltura, come tutta l’agricoltura, era in piena decadenza. In molti luoghi la coltivazione della vite e la produzione ed il consumo di vino furono completamente abbandonati.

Solo una parte dell’Impero Romano prospero sotto la dominazione Longobarda il Sannio non solo dal punto di vista della Viticoltura e del Enologia apprendendo la produzione di bevande tipiche come il sidro di mele o di tecniche di conservazione degli alimenti ma anche dal punto di vista sociale, economico, politico, culturale.

Con l’introduzione di Fauna e Flora con patrimonio genetico diverso porto a una serie di benefici indescrivibili piante più resistenti al freddo e alle malattie come grano e orzo e animali rustici di grossa mole e salute. Il vino speziato romano cambio volto e venne accostato con miele, mele guadagnando un valore alcolico maggiore rendendo il vino facilmente e a lungo conservabile.

Con la fine della dominazione Longobarda il Sannio con la sua influenza porto i suoi nuovi sapori in tutto l’impero ottenuti dalla fusione d’usi e costumi delle due popolazioni.

I VINI DEL SACRO ROMANO IMPERO E DEL SANNIO

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